sabato 8 dicembre 2012

some of my palm Novembre 2012

 (Chamaerops Humilis var. cerifera)

(Trachycarpus fortunei) 

 (Cycas revoluta)

 (Phoenix roebellenii)

(Dypsis Decary )

 (Archontophoenix Cunningamiana)

 (Archontophoenix Myolensis)

 (Phoenix roebellenii)

 (Archontophoenix Cunningamiana)

(Bismarkia Nobilis)

 (Butia Capitata)

 (Syagrus romanzoffiana)

  (Chamaerops Humilis)

  (Chamaerops Humilis)

 (Cycas revoluta)

 (Ravanea Rivularis)

(Washingtonia filifera)

domenica 2 dicembre 2012

Come curare le palme danneggiate dal freddo



Mentre le palme resistenti al freddo (Cold hardy palms) sono in grado di tollerare temperature di congelamento, molte altre palme (tropicali e sub-tropicali) possono soffrire di seri danni causati dal freddo.
Generalmente per le palme coltivate in climi caldi non c'è bisogno di preoccuparsi del freddo, ma con inverni imprevedibili come negli ultimi due anni, il raggiungimento di temperature di congelamento anche in zone dove raramente avviene, non è piu’ una sorpresa.
Il freddo può danneggiare le palme in diversi modi.
In primo luogo, il congelamento può danneggiare il tessuto del tronco della palma limitando quindi la capacità della palma di fornire le foglie con acqua a sufficienza. Purtroppo in molti casi, le palme non potranno piu’ rigenerare il tessuto e moriranno dopo un po '. Le basse temperature inoltre possono rallentare l'attività principale di crescita e sviluppo della pianta.


In questo articolo parlero’ dei piccoli accorgimenti da adottare per cercare di salvare le palme danneggiate dal freddo.
La parte più importante e più vulnerabile della palma è la gemma ovvero quella parte da dove emergono le nuove foglie. Se il tessuto del germoglio non è stato gravemente danneggiato, la palma dovrebbe recuperare e iniziare a produrre nuove foglie durante l'estate seguente. Le nuove foglie emergenti potrebbero essere deformate, potrebbero presentare delle parti di colore marrone o avere altre anomalie.
Se il germoglio e’ stato lievemente danneggiato, la palma potrebbe ritornare in salute nel giro di circa 6-12 mesi, mentre se il tessuto e’ stato gravente danneggiato, potrebbe non sopravvivere oltre.


 Fase 1: Determinare la gravita’ del danno
La prima cosa da fare e’ determinare quanto la palma sia stata danneggiata dal freddo. Per fare questo si potrebbe tirare delicatamente la foglia emergente e verificare che sia robusta e ben salda sulla pianta. Le foglie morenti in genere sono molto lente e si staccano facilmente. Inoltre verificare che il germoglio sia ancora vivo. Se e’ verde vuol dire che la palma potra’ essere salvata.


Fase 2: Potatura
Una volta accertatosi che la palma sia ancora viva, il passo successivo sara’ la potatura. Occorrera’ potare solo i rami secchi e rimuovere tutte le foglie morte intorno alla gemma. Le foglie che presentano punte di colora marrone, non dovranno essere rimosse in quanto la pianta estrae ancora sostanze nutritive da esse. Potare sempre con estrema cura ed attenzione e sopratutto mai eccedere nella potatura, perche’ piu’ foglie Verdi verranno rimosse tanto maggiore sara’ lo stress che la palma dovra’ sopportare.


 Fase 3: Rame liquido
 Ora bisognera’ proteggere la palma dall’attacco di funghi e batteri, perche’ dopo il freddo intenso, la palma convalescente e’ molto piu’ vulnerabile alle infezioni. In commercio esistono diversi tipi di prodotti che potrebbero aiutarci in questa operazione, e sicuramente uno dei piu’ indicati e’ il rame liquido, che svolge egregiamente una doppia azione fungicida ed antibatterica e se applicato anche alla base della pianta, riduce di gran lunga il rischio di sviluppo di malattie radicali.

Fase 4: Fertilizzazione
Un errore da non commettere, e’ quello di concimare la palma troppo in fretta appena terminata la stagione invernale. La concimazione delle palme che hanno riportato danni causati dal gelo, dovra’ avvenire in estate se non addirittura ad inizio autunno e dovra’ essere fatta con concimi a lenta cessione, perche un rapido apporto di concime durante la fase di guarigione non farebbe altro che aumentare lo stress della pianta.

martedì 31 luglio 2012

Archontophoenix Cunninghamiana


     Archontophoenix                      Cunninghamiana



Temperatura minima: -4ºC
Velocita' di crescita: Rapida
Esposizione: Semi ombra
Tolleranza alla salinita': Si
Terreno: Drenato
Resistenza al vento: Buona



Descrizione botanica
L'Archontophoenix Cunninghamiana,e' una specie monoica originaria dell'Australia orientale,  vive vicino ai corsi d'acqua ed
e' abbastanza resistente al vento.
E' costituita da un tronco solitario molto flessibile di colre verde-grigiastro con scanalature ad anelli formati dalle foglie cadute e puo' arrivare fino a 25 metri d'altezza nel suo luogo d'origine.

Le  foglie sono pennate lunghe 2-3 metri e di colore verde scuro sia nella pagina superiore che in quella inferiore ed i fiori sono di colore lilla riuniti a gruppi di tre (un fiore femminile in mezzo a due fiori maschili).


Coltivazione
Preferisce terreni umidi ma ben drenati e possibilmente ricchi di materia organica.

Facilmente coltivabile all’aperto nelle zone subtropicali e temperato-calde in posizione parzialmente ombreggiata nella fase giovanile; da adulta resiste fino a temperature di circa -4°C per brevi periodi.
Si riproduce per seme che germina facilmente in circa 2 mesi.

Ha bisogno di annaffiature abbondanti in quanto essendo originaria di zone umide, richiede acqua nel substrato.
Fertilizzate ogni settimana durante la crescita ed annualmente in seguito.
La concimazione deve avvenire regolarmente per evitare che la pianta perda vigore 
Mettete la palma in un posto in cui beneficerà di un esposizione  metà-ombra metà-sole.




(A.Cunninghamiana di 1 anni e mezzo)
(A.Cunninghamiana di 2 anni e mezzo)

































Differenze fra A.Cunninghamiana e A.Alexandrae
A.Cunninghamiana risulta essere piu resistente dell'altra rispetto a gelo e salsedine.
Esteticamente le due piante appaiono molto simili fra loro e le differenze principali si possono notare meglio solo dopo una certa eta' della pianta.

FOGLIE
A.Alexandrae: sono di colore verde scuro nella parte superiore e grigiastro in quella inferiore
A.Cunninghamiana:sono di colore verde scuro su entrambi i lati


FIORI
A.Alexandrae: Sono di colore bianco-crema
A.Cunninghamiana: Sono di colore lilla-rosa



ALCUNE FOTO DELLA MIA COLLEZIONE



















lunedì 30 gennaio 2012

sabato 28 gennaio 2012

Archontophoenix Alexandrae


Archontophoenix Alexandrae



Temperatura minima: -4ºC
Velocita' di crescita: Rapida
Esposizione: Semi ombra
Tolleranza alla salinita': No
Terreno: Drenato
Resistenza al vento: Media




Descrizione botanica
Archontophoentx alexandrae, H.H. Wendoel Drude, è originaria, così come l'altra, delle coste dell'Australia nord-orientale fino a 1200 metri di altitudine, dove la si rinviene in numerose colonie mischiata ad altri alberi nelle foreste pluviali o da sola in densi gruppi ma sempre dove il suolo è ricco d'acqua e l'aria è umida. Al limite sopporta anche suoli sabbiosi purché ci sia abbondanza di piogge. Il sistema radicale, essendo molto esteso anche in superficie per captare quanta più acqua possibile, ne raccomanda l'uso per rafforzare le rive dei fiumi e proteggerle dall'erosione.
Il nome specifico ricorda la principessa Alessandra di Danimarca vissuta alla fine del secolo scorso poi regina - madre d'Inghilterra, da cui deriva il nome comune di "Alexandra palm" con cui la chiamano in Australia, anche se il nome datole dagli Aborigeni è quello di "Borum-bru" o di "Ko-paranga" a seconda delle zone e in riferimento alla bontà del "cuore" di cui si nutrivano e all'utilità del picciolo fogliare utile quale estemporaneo mezzo per portare acqua.
Lo stipite, è solitario, dritto, alto fino a 20-25 metri. La sua forma però è tutta particolare dato che alla base si allarga a guisa di bulbo restringendosi man mano verso l'alto mediante una successione di fitti cerchi concentrici originati dalle impronte dei piccioli caduti.
A 2-3 metri il tronco diviene perfettamente cilindrico e non più largo di 15-25 cm., bruno scuro nei primi anni di vita e poi grigio - argenteo. In cima c'è la corona delle guaine fogliari un po' rigonfia a fiasca, anch'essa molto notevole essendo lunga tra i 60 cm e il metro, d'un bel verde ceroso da cui le foglie pinnate sembrano zampillare in chioma non densa e piuttosto all'insù come si conviene all'imitazione di una corona che non si sbrachi ricadendo. Ogni foglia infatti, dal cortissimo picciolo inerme, non è molto lunga variando da 1 a 2 metri e mezzo a seconda della varietà, mentre è piuttosto piena e le pinne o lamine sono numerose (60-70 coppie) disposte a "V" pur inserite in ogni lato sullo stesso piano, lunghe da 30 a 60 cm, dove le più lunghe sono quelle al centro della foglia, quindi con andamento che diremmo a cresta, acuminate e intere all'apice, piuttosto rigide anche per effetto delle venature secondarie dure e in rilievo, verde scuro sulla pagina superiore e argentee o glauche o biancastre sotto, sempre, variando il tono chiaro a seconda della varietà.
Le spate fiorali si formano entro la corona picciolare ma appaiono una volta che le foglie sottostanti sono cadute collocandosi al di sotto della corona stessa in numero di due, alle volte tre quando la successione delle fioriture è più ravvicinata così che, mentre il grappolo più basso ha già i frutti, gli altri sono in fase di fioritura. Le spate cadono poco dopo liberando l'infiorescenza a forma di panicolo molto ramificato e dal corto peduncolo, semipendula, lunga sui 30-40 cm che si copre di innumerevoli fiori minuscoli, bianchi o crema, sia maschili che femminili, dato che è specie monoica, cui seguono molti frutti ovoidi, lunghi 1-1,5 cm cerosi e grossi, che in Australia maturano a fine gennaio e da noi a fine giugno. I semi sono rotondi, coperti di scarse fibre, dall'endosperma ruminato.
Di Archontophoenix alexandrae si conoscono molte forme. In passato una di queste era stata elevata alla dignità di varietà e denominata Archontophoenix alexandrae var. beatríceae, raccolta sul monte Elliott nei dintorni di Townsville e caratterizzata dall'avere la base del tronco ancora più slargata e l'intaccatura dei piccioli così marcata da far sembrare la loro successione come una scaletta. Oggi non si vuol più parlare di varietà ma beatriceae costituisce una forma ben nota in commercio. Altra forma ben conosciuta in Australia e commercializzata è 'Mount Lewis' dal luogo d'origine.



Germinazione
I semi sono facili da far germinare ed esigono circa tre mesi.
Minimo 22°C. Massimo 30°C.
Nascono con molta facilita' e buona percentuale di germinazione.
(si coltivano benissimo in sicilia)
Lasciate le sementi nell'acqua per  2 giorni. Piantate i semi a 3 cm di profondità in un suolo ben svuotato. Conservate il suolo umido e procurate un buono livello d'umidità. La temperatura deve essere almeno di 20°C la notte e circa di 30°C il giorno. La palma reale ha una crescita piuttosto rapida, ma la germinazione potrebbe prendere alcuni mesi.


 Coltivazione
Attendete che il suolo sia secco prima di innaffiare. La palma reale ha bisogno di un suolo leggero e ben svuotato, preferibilmente contente materie organiche.
 Fertilizzate ogni settimana durante la crescita ed annualmente in seguito. La pianta ha bisogno di essere innaffiata regolarmente durante la sua crescita, ma potete attendere 2 giorni dopo che il suolo si sia svuotato prima di innaffiare successivamente.
 Mettete la palma in un posto in cui beneficerà di un esposizione  metà-ombra metà-sole.



Archontophoentx alexandrae germinata da 2 mesi

Informazioni utili
La salsedine brucia le pinnule gradualmente e basta un giorno con il mare agitato e l'aria le brucia completamatente. L'inverno con vento e mare forte la pianta soffre molto e l'aspetto è compromesso senza ombra di dubbio.
Relativamente la crescita, quelle più esposte hanno le foglie più piccole, con il picciolo molto corto, e, in ogni caso, necessitano di lavaggio dalla salsedine dopo moto ondoso e vento forte, altrimenti si brucuiano completamente e la crescita è stentata. Per non parlare dell'alcalinizzazione/salinazione del terreno.
L'unica osservazione positiva e che le foglie non si spezzano neppure con raffiche di vento importanti.

Dypsis decaryi



Temperatura minima: -4ºC
Velocita' di crescita: Media
Esposizione: Pieno sole
Tolleranza alla salinita': No
Terreno: Drenato
Resistenza al vento: Alta


Descrizione Botanica
La Dypsis decaryi è originaria della foresta tropicale del Madagascar ed è comunemente conosciuta con il nome di Palma triangolo a causa della sua strana forma.
Può raggiungere anche i 15 metri in altezza, anche se raramente al di fuori del suo habitat naturale.  Le foglie sono di un colore grigio-verde, lunghe circa 2,5 metri e si estendono in verticale per circa un metro dal tronco, per poi arcuarsi di 1,5 metri verso l'estremita.
Le foglie crescono su tre lati distinti del tronco dando alla palma la forma  di un  triangolo, dal quale deriva poi il suo nome comune.
La Dypsis decaryi fiorisce ogni anno, producendo  fiori di colore giallo e verde che ramificano al di fuori delle foglie più basse.
I frutti sono sferici, hanno un diametro di circa 25mm, sono di colore nero ed hanno un alto valore nutritivo.
Preferisce un'esposizione in pieno sole e delle innaffiature regolari anche se sopporta abbastanza bene sia dei piccoli periodi di siccità che delle esposizioni in semi-ombra.
Il terreno deve essere ben drenato e possibilmente sabbioso.
Nonostante questa specie venga ormai coltivata in diverse zone del mondo,  sono rimasti soltanto un migliaio di esemplari nel loro habitat naturale nel sud del Madagascar, e la loro esistenza è seriamente minacciata dai continui incendi che ne compromettono la riproduzione e la raccolta dei semi.