lunedì 30 gennaio 2012

sabato 28 gennaio 2012

Archontophoenix Alexandrae


Archontophoenix Alexandrae



Temperatura minima: -4ºC
Velocita' di crescita: Rapida
Esposizione: Semi ombra
Tolleranza alla salinita': No
Terreno: Drenato
Resistenza al vento: Media




Descrizione botanica
Archontophoentx alexandrae, H.H. Wendoel Drude, è originaria, così come l'altra, delle coste dell'Australia nord-orientale fino a 1200 metri di altitudine, dove la si rinviene in numerose colonie mischiata ad altri alberi nelle foreste pluviali o da sola in densi gruppi ma sempre dove il suolo è ricco d'acqua e l'aria è umida. Al limite sopporta anche suoli sabbiosi purché ci sia abbondanza di piogge. Il sistema radicale, essendo molto esteso anche in superficie per captare quanta più acqua possibile, ne raccomanda l'uso per rafforzare le rive dei fiumi e proteggerle dall'erosione.
Il nome specifico ricorda la principessa Alessandra di Danimarca vissuta alla fine del secolo scorso poi regina - madre d'Inghilterra, da cui deriva il nome comune di "Alexandra palm" con cui la chiamano in Australia, anche se il nome datole dagli Aborigeni è quello di "Borum-bru" o di "Ko-paranga" a seconda delle zone e in riferimento alla bontà del "cuore" di cui si nutrivano e all'utilità del picciolo fogliare utile quale estemporaneo mezzo per portare acqua.
Lo stipite, è solitario, dritto, alto fino a 20-25 metri. La sua forma però è tutta particolare dato che alla base si allarga a guisa di bulbo restringendosi man mano verso l'alto mediante una successione di fitti cerchi concentrici originati dalle impronte dei piccioli caduti.
A 2-3 metri il tronco diviene perfettamente cilindrico e non più largo di 15-25 cm., bruno scuro nei primi anni di vita e poi grigio - argenteo. In cima c'è la corona delle guaine fogliari un po' rigonfia a fiasca, anch'essa molto notevole essendo lunga tra i 60 cm e il metro, d'un bel verde ceroso da cui le foglie pinnate sembrano zampillare in chioma non densa e piuttosto all'insù come si conviene all'imitazione di una corona che non si sbrachi ricadendo. Ogni foglia infatti, dal cortissimo picciolo inerme, non è molto lunga variando da 1 a 2 metri e mezzo a seconda della varietà, mentre è piuttosto piena e le pinne o lamine sono numerose (60-70 coppie) disposte a "V" pur inserite in ogni lato sullo stesso piano, lunghe da 30 a 60 cm, dove le più lunghe sono quelle al centro della foglia, quindi con andamento che diremmo a cresta, acuminate e intere all'apice, piuttosto rigide anche per effetto delle venature secondarie dure e in rilievo, verde scuro sulla pagina superiore e argentee o glauche o biancastre sotto, sempre, variando il tono chiaro a seconda della varietà.
Le spate fiorali si formano entro la corona picciolare ma appaiono una volta che le foglie sottostanti sono cadute collocandosi al di sotto della corona stessa in numero di due, alle volte tre quando la successione delle fioriture è più ravvicinata così che, mentre il grappolo più basso ha già i frutti, gli altri sono in fase di fioritura. Le spate cadono poco dopo liberando l'infiorescenza a forma di panicolo molto ramificato e dal corto peduncolo, semipendula, lunga sui 30-40 cm che si copre di innumerevoli fiori minuscoli, bianchi o crema, sia maschili che femminili, dato che è specie monoica, cui seguono molti frutti ovoidi, lunghi 1-1,5 cm cerosi e grossi, che in Australia maturano a fine gennaio e da noi a fine giugno. I semi sono rotondi, coperti di scarse fibre, dall'endosperma ruminato.
Di Archontophoenix alexandrae si conoscono molte forme. In passato una di queste era stata elevata alla dignità di varietà e denominata Archontophoenix alexandrae var. beatríceae, raccolta sul monte Elliott nei dintorni di Townsville e caratterizzata dall'avere la base del tronco ancora più slargata e l'intaccatura dei piccioli così marcata da far sembrare la loro successione come una scaletta. Oggi non si vuol più parlare di varietà ma beatriceae costituisce una forma ben nota in commercio. Altra forma ben conosciuta in Australia e commercializzata è 'Mount Lewis' dal luogo d'origine.



Germinazione
I semi sono facili da far germinare ed esigono circa tre mesi.
Minimo 22°C. Massimo 30°C.
Nascono con molta facilita' e buona percentuale di germinazione.
(si coltivano benissimo in sicilia)
Lasciate le sementi nell'acqua per  2 giorni. Piantate i semi a 3 cm di profondità in un suolo ben svuotato. Conservate il suolo umido e procurate un buono livello d'umidità. La temperatura deve essere almeno di 20°C la notte e circa di 30°C il giorno. La palma reale ha una crescita piuttosto rapida, ma la germinazione potrebbe prendere alcuni mesi.


 Coltivazione
Attendete che il suolo sia secco prima di innaffiare. La palma reale ha bisogno di un suolo leggero e ben svuotato, preferibilmente contente materie organiche.
 Fertilizzate ogni settimana durante la crescita ed annualmente in seguito. La pianta ha bisogno di essere innaffiata regolarmente durante la sua crescita, ma potete attendere 2 giorni dopo che il suolo si sia svuotato prima di innaffiare successivamente.
 Mettete la palma in un posto in cui beneficerà di un esposizione  metà-ombra metà-sole.



Archontophoentx alexandrae germinata da 2 mesi

Informazioni utili
La salsedine brucia le pinnule gradualmente e basta un giorno con il mare agitato e l'aria le brucia completamatente. L'inverno con vento e mare forte la pianta soffre molto e l'aspetto è compromesso senza ombra di dubbio.
Relativamente la crescita, quelle più esposte hanno le foglie più piccole, con il picciolo molto corto, e, in ogni caso, necessitano di lavaggio dalla salsedine dopo moto ondoso e vento forte, altrimenti si brucuiano completamente e la crescita è stentata. Per non parlare dell'alcalinizzazione/salinazione del terreno.
L'unica osservazione positiva e che le foglie non si spezzano neppure con raffiche di vento importanti.

Dypsis decaryi



Temperatura minima: -4ºC
Velocita' di crescita: Media
Esposizione: Pieno sole
Tolleranza alla salinita': No
Terreno: Drenato
Resistenza al vento: Alta


Descrizione Botanica
La Dypsis decaryi è originaria della foresta tropicale del Madagascar ed è comunemente conosciuta con il nome di Palma triangolo a causa della sua strana forma.
Può raggiungere anche i 15 metri in altezza, anche se raramente al di fuori del suo habitat naturale.  Le foglie sono di un colore grigio-verde, lunghe circa 2,5 metri e si estendono in verticale per circa un metro dal tronco, per poi arcuarsi di 1,5 metri verso l'estremita.
Le foglie crescono su tre lati distinti del tronco dando alla palma la forma  di un  triangolo, dal quale deriva poi il suo nome comune.
La Dypsis decaryi fiorisce ogni anno, producendo  fiori di colore giallo e verde che ramificano al di fuori delle foglie più basse.
I frutti sono sferici, hanno un diametro di circa 25mm, sono di colore nero ed hanno un alto valore nutritivo.
Preferisce un'esposizione in pieno sole e delle innaffiature regolari anche se sopporta abbastanza bene sia dei piccoli periodi di siccità che delle esposizioni in semi-ombra.
Il terreno deve essere ben drenato e possibilmente sabbioso.
Nonostante questa specie venga ormai coltivata in diverse zone del mondo,  sono rimasti soltanto un migliaio di esemplari nel loro habitat naturale nel sud del Madagascar, e la loro esistenza è seriamente minacciata dai continui incendi che ne compromettono la riproduzione e la raccolta dei semi.